Racconto: Angelo

Stamattina me ne sono uscito di casa in pantofole. Ero curioso di sentire se, sul selciato del marciapiede, le mie belle pantofole in feltro avrebbero scivolato come sulle piastrelle o, forse, incespicato sulla ruvidità della pietra che, ordinata e geometrica, stava lì sdraiata a guardare sotto le gonne delle ragazze. Hihi ogni tanto penso che mi piacerebbe essere una pietra. E se poi qualche ragazzino mi prende e mi lancia nel canale di scolo accanto alla strada? io non so nuotare. e poi non si è mai vista una pietra che sa nuotare, infatti tutte le pietre se ne stanno sul fondo del canale a guardare i pesci. Potendo scegliere preferirei essere una pietra da gonna che una pietra da pesce. Si.
Le pantofole stanno facendo il loro dovere. Nonostante la mancanza di scivolamento e conseguente pattinamento artistico, tipico del corridoio di casa, la loro sofficiezza mi piace anche su questo fondo rugoso e sassolinoso. Il feltro, morbido nonostante sia sottile, riesce a dare ai miei passi una certa eleganza. Nessuno mi porterà mai via le mie belle pantofole!
Mentre cammino osservo che il mio ombelico sta scrutando l'orizzonte da sotto il bordo della canottiera. Io ho un ombelico molto curioso. Spunta sempre fuori da almeno la metà delle mie magliette per osservare il mondo. Penso che il mio ombelico spesso mi abbia salvato la vita: mentre cammino sono sempre troppo preso per dare retta a tutti i miei amici del paese che mi salutano e mi raccontano questo e quello e che mi chiedono come sto e mi dicono come stanno. Io, passeggiando, devo dare retta a tutti per non essere scortese, ma so di poter tranquillamente contare su di lui che, vigile, mi guida per il marciapiede impedendomi di andare a sbattere di qui e di là. Non penso che la gente dovrebbe mettere in castigo il proprio ombelico chiudendolo nelle camicie a riempirsi di polvere. Io il mio non l'ho mai sentito starnutire ma, sono sicuro, se gli mettessi dentro tutta quella lanugine, certamente lo farebbe.
Mi piace molto passeggiare quando fa freddo perchè i pelini delle gambe si mettono diritti diritti facendomi solletico. Li osservo sotto ai miei pantaloncini rossi che, tutti insieme, si rizzano seguendo le bizze del vento ghiacciato che, ad ogni folata, li mette tutti sull'attenti. I miei amici del paese mi dicono che dovrei vestirmi di più quando fa freddo ma io non vedo perchè privare il mio ombelico e i miei pelini della soddisfazione di una bella passeggiata all'aria aperta.
E proprio durante la passeggiata di oggi, poco dopo essere passato a salutare la signora Rosa dell'edicola all'angolo (mi ha detto che le mie pantofole sono bellissime però non gliele ho mica fatte provare!), ho incontrato, seduto sul selciato del marciapiede, un signore tutto nero. Ma nero nero nero che sembrava fatto di carbone. Stava lì seduto per terra che non riuscivo a passare perchè ostruiva il percorso delle mie pantofole. Allora gli ho chiesto se stesse male ma lui non mi ha risposto. Mi ha guardato e mi ha detto delle parole che non capivo. Allora gli ho chiesto ancora cosa faceva lì seduto e come mai era tutto nero. Lui mi ha guardato strano e mi ha parlato ancora con delle parole che non ho capito. Avevo, però, capito che era uno che veniva da lontano perchè di persone tutte nere a Cornellino non ne avevo mai viste. Quindi gli ho detto, lentamente e a voce ben chiara: "CI A OO". E questo lo ha capito perchè ha fatto un grande sorriso che sembrava gli si fosse illuminata la faccia, anche se è rimasta nera di colore. Anche lui mi ha detto ciao e siamo diventati amici.
Gli ho fatto vedere le mie pantofole e lui ha sorriso ancora perchè, sicuramente, piacevano anche a lui come alla signora Rosa. Sono stato con lui seduto sul marciapiede spiegandogli di come funzionavano bene sia sulle piastrelle di casa che sulle pietre del marciapiede e poi gli ho fatto vedere quanto fosse sporgente e utile il mio ombelico. Mentre gli illustravo quanto fosse importante mantenere l'ombelico bene davanti perchè riesca a guidarci tra le macchine parcheggiate e i lampioncini sul marciapiede, gli ho chiesto di farmi vedere il suo che, però, è risultato molto in dentro perchè la sua pancia andava all'indietro invece che all'avanti. Bisognava subito rimediare perchè poteva essere pericoloso andare in giro con l'ombelico così impanciato: rischiava di non farti vedere bene intorno. Sicuramente era per quello che l'ho trovato lungo e disteso. Aveva sicuramente sbattuto da qualche parte a causa del suo ombelico troppo all'indentro. Allora l'ho preso per mano e l'ho accompagnato dalla mia mamma che è specializzata nel preparare tante buone cose (a me piacciono tanto le polpette della mia mamma) che fanno sporgere bene l'ombelico. Quando la mia mamma ci ha visti arrivare le ho spiegato tutto e lei mi ha detto -bravo Angelo! hai fatto bene a portare il tuo amico, un pò delle mie polpette faranno tanto bene anche a lui-.





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